Mi serve tempo.
Quello fermo d’un sorriso che solleva
o quello stanco ch’è difficile scordare
come sguardo attento che comprende
e non perdona.
Offesa l’aria a sera
con le parole che confermano
quelle che assolvono
o che santificano
pensieri ed omissioni.
Assuefazione al nulla
che nulla e nulla più
è ciò che resta da estirpare
E’ perché si parla poco,
ci si nutre a sottintesi,
immagini sognate,
desideri tristi
che diventano bisogni
inchiodati.
Poi si tace
una volta ancora muti
maestri d’imperizia
per quella sola nota
che resta da cantare
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