lunedì 29 luglio 2013

FORSE

C’è un dolore sottopelle
col quale è saggio dormire
Si stempera lento
ora dopo ora
e giorni, mesi,
nuvole e stagioni
a danzarti intorno
sino a che non diventa
carne
dolente rossa tua ferita
 
Veleno sottile
il ricordo
non uccide
ma sacrifica intere vite
sull’altare dei forse.
 

 

VERTIGINI

 
Amarsi fu
come sporgersi da una vertigine
vincendo il vuoto
per renderlo polvere, acqua
forse terra
dagli orizzonti sfocati
 
Povere toppe
smascherate
rivelano antichi artifici
e la tela quotidiana
appare sbiadita garza
non più festa
da indossare.
 
L’amore
sai
si logora come veste
troppo usata
 

 

 

 

CHIEDI


 

Com'è la tua vita

hai chiesto un giorno.

 

Ho taciuto

pensando

ai tanti dopo di cui è fatta

nati inversi

ad ogni possibile prima

L'inerzia del dolore

non lascia tracce

a sanguinare.

 

Ma tu chiedi

chiedi ancora

forse un giorno

risponderò.