giovedì 24 maggio 2012

SOLA ANDATA


Era un tempo che valeva la pena d'esser speso
il rotolare a ritroso sui miei passi
melodia stonata di accordo in minore
che ascendente s’appanna come fiato d'inverno

Era un tempo forse da giocare alla mano
ma non bastò la forza per sollevarsi e andare
ed intendersi fu fatica, sangue alle dita
poi rinuncia e corrente impetuosa che porta lontano

Ora c’è sempre vento in cielo ad attenderci volare
e fili d’erba rigogliosi  al passo stanco
dei  giorni nostri che cattivi attendono
di vederci chinare capo e speranza
quasi fosse già notte che reclama amore.

DIALOGHI

Mi piacerebbe portarti là.
Vorrei avere la forza, la volontà semplice ma irremovibile di condurti dove piace a me: che nemmeno questo posto so dove sia.
E’ forse il fatto che il godimento sta nel preparare il viaggio, non nel timbrare il cartellino.
Quindi, dicevo, vorrei stare là con te.
Ma dove là…?
Che importa, sia ovunque o semplicemente altrove, è pur sempre via di qua, non credi?
Potremmo stare sdraiati al sole, ma non sarebbe spiaggia.
Forse addirittura andare a funghi, ma certo non sarebbe monte.
E allora dove ?
Boh, forse basta sia un posto lontano, se non nello spazio almeno nel tempo.
Ma, cazzo, dimmi dove vuoi portarmi un buona volta….
Lascia perdere, si va al cine stasera, ok…?

martedì 22 maggio 2012

L'ORARIO DELLE MAREE


Non è cosa di uomini
quest’acqua vivace ed insonne.
E’ terra nascosta
che a comando di luna risponde
è apparir di chiglie bugiarde
o sventolio d’alga al tramonto
Potessimo noi avere tra le mani
l’orario delle maree nostre
mischiando ad arte venti,
dita e lontananze
sarebbe d’altro colore vestito
ciò che resta del futuro.



L'AMORE IN LUNA PIENA


Giace sfinita l’ombra mia sul tuo passo
ch’è solo luce di luna a vestirci stasera
e tu, come fata coperta di nulla
sciogli capelli ed incanti ai miei desideri.

LA FORTUNA NELLE NUVOLE


Io vivo dalla parte fortunata delle nuvole

è quella fatta di luce
ed immersa in un tempio
sollevato dall’aria

e sento per primo la fine delle favole

a cantare è la mia voce
sirena o merce di scambio
di troppo misera gloria

                        che poi sempre d’amore in fondo  si canta

e se prima santa era la notte
venne poi tempesta
a coprire il cuore d’altra rabbia

                        e da questi pezzi di cielo si sciolse la speranza

ora l’acqua insegna nuove rotte
o vecchia festa
e dalle nuvole adesso cade solo sabbia

IL SENTIERO




Isla Cies- Espana
  Acqua frizzante,
spuma felice
nella bocca
sapore di fragole
nel sole di mezzogiorno
intravedo il tuo viso
anche gli occhi
ti sorridono ancora

cammino verso te
col mio canto solo
che si perde
nella brezza marina
leggera
fatta per  sciogliere capelli
e levare gabbiani
verso vele lontane

percorro il sentiero
che mi porta alla riva,
alle tue braccia,
rada nascosta e sicura
ove l’approdo
è finalmente pace
e propizia la notte
che arriva
ci saluta
con due punte di luna
a dondolare

FINCHE' SOGNO NON VI SEPARI

Prenderò i miei sogni per mano
stanotte
e li porterò in volo ai tuoi piedi.

Prenderò quello più bello,
lo racconterò ai bambini
che incontrerò strada facendo
e dalla loro meraviglia
nascerà il tuo sorriso.

Prenderò il sogno più brutto
e lo nasconderò
sino all’aurora
nelle tasche più remote del buio
perché nessuno ne abbia mai paura.

Col sogno più lungo, amor mio
faremo passare l’inverno
e saranno legna al camino
e pensieri pesanti alla porta
a condurci all’estate.

Ti regalerò infine il mio sonno
a levarti in cielo ogni notte
e far si ché tu possa
svegliandoti all’alba
ritrovare una luna
ogni giorno diversa
quasi fosse
un regalo di Dio.


E' TEMPO

E’ tempo di risveglio
per esser scelti
o per tornare a scegliere
se vivere o mendicare
tirando sera
come al bar della stazione
i vecchi appesi al bicchiere.

E’ tempo di respiro
profondo ed intenso
assaporando l’aria e i suoi odori
poi rilasciare il petto
e calmare l’ansia
che a notte morde come fuoco.

E’ tempo infine ed ora
di pensiero come quercia saldo
cui appendersi per non cadere
che per altri voli non c’è ala
su cui confidare
né vento bastante
da poter cavalcare

NOTTURNI I CANI

In lontananza abbaiano a chissà quale buio.
Nemici presunti o reazioni istintive, stanotte nemmeno una luna amica a chiarire, non un richiamo né una carezza in ricordo d’amore.
Così abbaiano lenti, latrando d’inerzia la notte, e come domande mal poste accavallano echi al silenzio. Asincroni, odiose le pause
Ma soprattutto a chiedersi cos’ha quel cane di un cane che non vuole dormire non resto che io, compagno al silenzio come d’arma la spalla.
Anche il mio è un abbaiare randagio, in questo buio che notte non sembra, in questa luce che cela le cose più che mostrarle per quello che sono.
Timido allora affaccio la mano alla finestra, e comincio così il mio latrato.