Ho provato da bambina a conservare erbe e fiori per creare un erbario. C'erano delle viti che permettevano di esercitare una pressione sugli steli all'interno di un meccanismo artigianale ma efficace e, quando ho provato io ad essere come quei fiori e quelle erbe medicinali, più del vuoto o della mancanza di respiro temevo la disidratazione. Sentirsi strizzare l'anima e non scorgere sangue o linfa, cogliere la pressione e la concentrazione in poche molecole di una lacerazione più vasta. Il tempo e la sua percezione annullata, il respiro corto.....questo forse è il vuoto che avvolge.....ma essendo io nata in un territorio montuoso temo più la materia che comprime che il vuoto che annulla, soprattutto se si tratta di sentimenti. Sotto una valanga od una slavina anche metaforicamente parlando il vuoto tiene in vita. Ognuno di noi trae dalla propria esperienza sensoriale i termini di paragone per descrivere e descriversi. I suoi punti di riferimento fanno pensare e, quando si pensa si respira!
Ho provato da bambina a conservare erbe e fiori per creare un erbario. C'erano delle viti che permettevano di esercitare una pressione sugli steli all'interno di un meccanismo artigianale ma efficace e, quando ho provato io ad essere come quei fiori e quelle erbe medicinali, più del vuoto o della mancanza di respiro temevo la disidratazione. Sentirsi strizzare l'anima e non scorgere sangue o linfa, cogliere la pressione e la concentrazione in poche molecole di una lacerazione più vasta. Il tempo e la sua percezione annullata, il respiro corto.....questo forse è il vuoto che avvolge.....ma essendo io nata in un territorio montuoso temo più la materia che comprime che il vuoto che annulla, soprattutto se si tratta di sentimenti. Sotto una valanga od una slavina anche metaforicamente parlando il vuoto tiene in vita. Ognuno di noi trae dalla propria esperienza sensoriale i termini di paragone per descrivere e descriversi. I suoi punti di riferimento fanno pensare e, quando si pensa si respira!
RispondiElimina