Osservo stelle troppo lontane
per poterne cantare
ed ho mani lente a capire
se un gesto è nemico
o solo attende in risposta un saluto.
E’ antico e ostinato
questo andare contromano
scivolando tra specchi
e ritorni inattesi
-ch’è come dire volare
senz’aver mai decollato-
Così il mio tempo
saturo
accarezza finali
impossibili a realizzare,
nessun dispiacere
tra le dita
né abbraccio d’ombre
di un inganno qualunque
Inossidato il mio male
attende.
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